Nel nuovo decreto legislativo 116 su norme relative a rifiuti e imballaggi, l’etichettatura ambientale prevede novità che dovrebbero aiutare il consumatore a capire la destinazione finali degli imballaggi e, più in generale, favorire l’economia circolare e la trasparenza, come racconta la rivista Consumatori.
Il nuovo decreto nasce da una direttiva della Commissione Europea per facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero e il riciclaggio degli imballaggi.
I produttori hanno ora l’obbligo di indicare la natura dei materiali di imballaggio utilizzati, con l’indicazione del codice specifico (ad esempio il Pet 1 e l’Hdpe 2), oltre all’indicazione della filiera di raccolta per l’imballaggio e la destinazione finale post utilizzo.
Già da tempo Coop ha adottato per i prodotti a marchio delle linee guida coerenti a questa normativa, che corrisponde all’espressione massima della missione cooperativa e contribuisce a diffondere i valori di riferimento per i milioni di soci e clienti.
Trasparenza per Coop significa consentire ai consumatori di accedere – tramite l’etichetta o il portale www.e-coop.it – a informazioni sull’origine delle materie prime, sui processi produttivi, sui prodotti finiti (incluso il contenitore) e sulle filiere.
Quanto all’etichettatura informativa ambientale, per Coop è realtà già da molto tempo. Oggi è possibile trovare indicazioni sulla percentuale di plastica riciclata ma anche da scarto o sfrido industriale presente nei pack e uso di materie prima da fonti rinnovabili.
L’informazione di più lunga data è quella sul fine vita dei pack dei prodotti Coop: dal 2007 diamo indicazioni sulla natura dei materiali utilizzati per favorire un loro corretto smaltimento.
Questa è una conferma che già da anni, quanto ora viene previsto dalle normative, è per Coop una realtà, e a Soci e clienti è permesso di svolgere un ruolo attivo nella raccolta differenziata e quindi dell’economia circolare.