18 Luglio 2025
Negli ultimi due mesi si è registrata una preoccupante escalation di attacchi ai beni confiscati alle mafie e affidati alla gestione delle cooperative sociali della rete Libera Terra.
In Calabria, la cooperativa Valle del Marro, che gestisce oltre cento ettari di terreni sottratti ai principali clan della ’ndrangheta nella Piana di Gioia Tauro, ha subito un grave attacco: un incendio doloso ha distrutto circa 830 ulivi in località Baronello, nel Comune di Oppido Mamertina. Si stima una perdita di circa 20.000 kg di olive, con danni che comprometteranno la produttività del fondo per diversi anni. Questo ennesimo episodio si aggiunge agli incendi che hanno colpito oltre 5 ettari di grano biologico pronto per la mietitura.
In Sicilia, l’8 luglio le fiamme hanno devastato 20 ettari di grano duro biologico coltivato dalla cooperativa Beppe Montana in contrada Cuccumella (provincia di Siracusa).
Pochi giorni prima, il 6 luglio, anche la cooperativa Terra Felix, attiva a Santa Maria la Fossa, in provincia di Caserta, ha visto i suoi terreni bruciare per il terzo anno consecutivo, vittima di una chiara azione intimidatoria.
È evidente che non si tratta di episodi isolati e casuali, ma di azioni che rientrano in una strategia intimidatoria che ha il chiaro obiettivo di scoraggiare, isolare e colpire l’economia pulita e sociale che da anni si costruisce in quei territori liberati dal potere mafioso.
Le mafie temono chi coopera, chi costruisce diritti e lavoro, chi restituisce speranza. Non possiamo permettere che la paura prenda il sopravvento. È il momento di stringerci attorno a queste realtà e di sostenerle con forza per non lasciare solo nessuno.
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