A partire dalla scoperta della penicillina nel 1928 da parte di Alexander Fleming, gli antibiotici hanno salvato milioni di vite, hanno consentito di limitare il diffondersi di malattie e contribuito ad allungare la vita media delle persone.
Negli ultimi decenni però l’uso indiscriminato di questi medicinali ha raggiunto livelli di guardia, tanto che i maggiori enti internazionali a salvaguardia della salute, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) in particolare, hanno lanciato l’allarme con l’obiettivo di ridurre l’uso e l’abuso degli antibiotici.
Gli antibiotici colpiscono la crescita dei batteri ma alcuni di questi batteri sono in grado di resistere e sopravvivere. Se l’utilizzo degli antibiotici è indiscriminato, si ottiene un aumento di questi batteri resistenti e le conseguenze si traducono in terapie mediche inefficaci, per uomini e animali. Questa reazione si chiama antibiotico resistenza.
Per effetto dell’antibiotico resistenza, solo in Europa si registrano circa 25.000 morti l’anno e solo in Italia fra i 5000 e i 7000. Secondo quanto afferma il “Review on Antimicrobial Resistance” del 2016 pubblicato dalla O’Neil Commission, si stima che entro il 2050 le infezioni da microbi resistenti agli antibiotici potrebbero essere la prima causa di morte nel mondo.
La dimensione globale dell’antibiotico resistenza richiede un coordinamento internazionale e multidisciplinare con un approccio integrato di interventi che tenga conto della salute umana, animale e ambientale.
Dal momento che il ricorso agli antibiotici è particolarmente estensivo in veterinaria, diviene molto importante il coinvolgimento di tutti gli attori delle filiere produttive e l’applicazione delle buone pratiche di allevamento, specifiche per le diverse filiere animali, volte ad assicurare una riduzione e un uso prudente, razionale e mirato degli antibiotici.
Per questo motivo le linee guida del Ministero della Salute italiano sollecitano da tempo tutti gli attori delle filiere produttive a utilizzare gli antibiotici in maniera “razionale e responsabile” per limitare i rischi per la salute animale e umana. Tuttavia, sebbene grazie a queste politiche le vendite negli ultimi anni abbiano registrato un calo, l’Italia rimane uno dei Paesi europei che fa maggiore uso di antibiotici in allevamento. Per la precisione siamo terzi (dietro a Cipro e Spagna), con livelli di antibiotico resistenza elevati e quasi sempre al di sopra della media europea.
Inoltre diverse organizzazioni nazionali ed internazionali tra cui anche l’EFSA indicano che oggi è possibile ridurre l’uso degli antibiotici negli allevamenti ripensando globalmente il sistema di produzione.
Alzare il livello del benessere animale è la condizione necessaria per raggiungere l’obiettivo: animali che vivono meglio hanno meno bisogno di essere curati ed è possibile limitare l’antibiotico resistenza.
Alleviamo la salute è la nuova campagna di Coop che, affiancando le istituzioni, vuole contribuire a contrastare l’antibiotico resistenza.
Una vera e propria rivoluzione nella gestione degli allevamenti degli animali da reddito che parte dall’impegno di sempre di Coop rivolto alla tutela della salute delle persone e al benessere animale e procede per step successivi. Coinvolti nell’operazione oltre 1600 allevamenti. Gli stessi allevamenti da cui provengono le filiere di carne a marchio Coop interessate da un processo complesso e che andrà avanti per step successivi provocando una vera e propria rivoluzione gestionale su larga scala.
La più recente azione di Coop in quest’ambito è la richiesta avanzata a gennaio 2017 ai propri fornitori di installare telecamere negli allevamenti e nei macelli, una prassi che è già in uso peraltro in alcuni allevamenti in Italia ed è comune all’estero. E giova ricordare la scelta no-ogm di Coop sull’alimentazione delle filiere animali che in termini di maggiori costi di controlli e di certificazione vale oltre 13 milioni di euro ogni anno.
L’obiettivo è quindi tutelare il benessere animale e la salute umana, e stiamo lavorando attivamente per la prevenzione dell’antibiotico resistenza.
Il nostro impegno concreto è indirizzato a:
- affiancare le scelte delle istituzioni
- migliorare costantemente il livello del benessere animale creando le condizioni per una migliore salute degli animali
- promuovere ulteriormente un cambiamento sostanziale delle politiche gestionali dei nostri allevamenti
- ridurre progressivamente l’uso di antibiotici negli allevamenti e combattere così l’antibiotico resistenza
Da alcuni mesi siamo già partiti con il pollame e infatti sono già disponibili nei nostri punti vendita cinque avicoli allevati a terra senza antibiotici: sono faraona, cappone, grangallo, galletto livornese e pollo all’aperto.
A maggio verrà inserito il pollo, a giugno anche le uova da galline allevate senza l’impiego di antibiotici e in gastronomia il pollo Fiorfiore. Questi prodotti sono facilmente identificabili nei punti vendita perché provvisti dello speciale bollino “Allevato senza uso di antibiotici”. Ma vogliamo fare di più: ci impegniamo a ridurre progressivamente l’uso degli antibiotici fino ad arrivare, quando possibile, ad animali allevati senza uso di antibiotici.
Per farlo:
- favoriremo le buone pratiche di allevamento basate sul benessere e su metodologie innovative per la gestione degli allevamenti
- garantiremo che l’uso degli antibiotici negli allevamenti sia ridotto e limitato ai casi di necessità
- eviteremo negli allevamenti l’uso degli antibiotici più critici impiegati nelle cure per l’uomo, sempre allo scopo di ridurre l’antibiotico resistenza e mantenerne l’efficacia nelle cure mediche
Il nostro impegno su questo importante obiettivo è a lunga scadenza e non si ferma al pollame e infatti abbiamo già in cantiere i prossimi passi. Stiamo lavorando per tappe su tutte le filiere animali, le prossime saranno bovini e suini.
Per noi di Coop, garantire il benessere animale significa quindi coniugare i valori etici, promuovendo condizioni di allevamento rispettose e sicure, con l’attenzione concreta alla salute di tutti. E per fare questo vogliamo continuare a essere in prima fila per mantenere alto il livello di salvaguardia.
Per approfondire la politica di Coop per il Benessere Animale clicca qui.