Coop for words 2018: i consigli dello scrittore

È partita la sedicesima edizione di Coop for words: il concorso letterario rivolto a giovani artisti under 39, promosso da Coop Lombardia, Coop Alleanza 3.0, Coop Reno e Unicoop Firenze.

C’è chi mettendosi alla prova scopre un talento o chi lo fa venir fuori.
È questo lo spirito del concorso, nato per dare un’opportunità ai giovani di sperimentare nuovi linguaggi e farsi valutare da giurati d’eccezione, come lo scrittore Paolo Nori, che ha qualche consiglio per loro.

Anche quest’anno sarà giurato di Coop for words. Qual è il punto di forza di questo concorso?
Nella sezione “I racconti dello scontrino”, dove sono giurato, si parte da una cosa quotidiana, prosaica, insignificante, come uno scontrino, e si prova a fare, partendo da qui, letteratura. Un po’ di tempo fa uno scrittore italiano che mi piace, Giorgio Biferali, mi ha chiesto come mai nelle cose che scrivevo io si parlava molto della vita quotidiana, e a me era venuto da pensare che io con la vita settimanale, la vita mensile, la vita trimestrale, la vita semestrale, la vita annuale, non avevo un grande rapporto, e che la mia relazione con la vita era con la vita quotidiana: io ho solo la vita quotidiana, e credo che anche molti dei miei contemporanei siano messi come me, e questo concorso ha il merito, e il vantaggio, di metterlo in chiaro.

Il modo di esprimersi dei giovani è cambiato. C’è una tendenza che merita di essere approfondita?
Ce ne sono tantissime, e alcune forse mi sfuggono; tra quelle delle quali mi rendo conto mi sembra molto interessante l’ingresso dell’inglese nel nostro italiano. Se oggi giochi a un videogioco e uccidi un alieno, ormai non lo uccidi più, lo “killi”: è un orrore o una cosa interessante? Dovendo fare una previsione, credo che stiamo andando verso una semplificazione morfologica, e tra qualche anno sarà indifferente scrivere qual è con l’accento o senza e sufficiente con o senza la secondai. Ma io di solito le previsioni le sbaglio.

Cosa consiglierebbe a chi partecipa la prima volta?
Intanto, a chi ha il problema che hanno tutti quelli che cominciano, di capire se le cose che scrive son belle o no, consiglio di partecipare, perché qui son sicuri che le loro cose vengono lette e una risposta, anche negativa, è comunque un passo avanti. Poi, prima di mandare, consiglio di rileggere una ventina di volte ad alta voce le cose che han scritto (e di correggerle di conseguenza, nel caso).

Per inviare la propria opera c’è tempo fino al 17 giugno. Consulta il bando e partecipa anche tu.

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