Ha preso il via Sguardi (G)locali, organizzato dall’Associazione #Faremeglio e sostenuto dal Comitato Soci Coop di Treviglio, che introduce i giovani alla visione critica di documentari. Il progetto, che in tutto coinvolge circa 70 studenti e studentesse delle scuole secondarie della città, ha l’obiettivo di fornire ai ragazzi strumenti per lo sviluppo di forme di pensiero critico sulla realtà di oggi e portarli a riflettere tanto sulle sfide globali quanto sulle istanze della realtà locale.
Per Sguardi (G)locali sono state selezionate due pellicole – la prima proiettata il 17 febbraio e la seconda in calendario per il 6 aprile – su temi rilevanti per gli adolescenti. Dopo la visione del primo docufilm Rebellion” (2022), dedicato ai dilemmi etici evocati dalle azioni del gruppo di attivisti ambientalisti di Extinction Rebellion, le ragazze e i ragazzi hanno scritto dei brevi articoli da pubblicare sulla stampa locale, così da offrire un raccordo generativo tra i temi delle pellicole e le esigenze del territorio. Tra i testi prodotti, ti proponiamo quello di Beatrice Pala, studentessa del Liceo Classico Don Bosco, che puoi leggere qui:
“(Re)Azione
“Actions speak louder than words”, ossia “I fatti parlano più forti delle parole”: proprio in questo credono gli attivisti di Extinction Rebellion, un movimento internazionale ambientalista e pacifista nato in Inghilterra nel 2018, poi diffusosi in molti paesi, tra cui l’Italia, e la cui storia è raccontata nel docufilm “Rebellion”.
La pellicola tratta infatti della genesi ed evoluzione di questa organizzazione, ripercorrendone, anche attraverso le testimonianze di coloro che per primi hanno creduto in questo ambizioso progetto ma anche “nuove reclute”, i momenti salienti che hanno dato voce alla protesta, come la manifestazione tenutasi nelle strade londinesi nell’aprile 2019, quando migliaia di manifestanti si sono riuniti pacificamente, tra danze e colori, con lo scopo di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e della politica, conseguendo alcuni importanti traguardi sia in campo legislativo sia su scala internazionale, come la possibilità di portare la propria testimonianza alle Nazioni Unite.
Al di là delle azioni più o meno condivisibili compiute da Extinction Rebellion, c’è un problema etico di fondo che viene sottolineato più volte nel corso della proiezione: lo sviluppo sostenibile non deve avvenire a discapito dei paesi più poveri o in graduale crescita, il cosiddetto “Terzo Mondo”.
A tal proposito, impossibile non citare una delle figure più interessanti ed emblematiche presentate dal docufilm, Farhana Yamin, avvocato anglo-pakistana e fervente attivista, la quale, con azioni di protesta davanti a grandi multinazionali e con dure parole verso i potenti della Terra riuniti per discutere di tematiche ambientali, ha denunciato al mondo una crescente contraddizione: la transizione ecologica è iniziata, ma l’ampia produzione di nuove tecnologie per ridurre le emissioni, come automobili elettriche e pannelli fotovoltaici, richiede l’impiego di minerali e pietre estratti nei paesi meno sviluppati spesso sfruttando soprattutto i bambini, ma anche donne e uomini senza tutele e diritti, con orari lavorativi disumani e salari quasi nulli. Il progresso per definirsi tale deve essere equo per tutti!
I problemi presentati dalle proteste di Extinction Rebellion sono oggi più vivi che mai, le notizie parlano chiaro, e devono suscitare un cambiamento nelle abitudini di tutti, dai bambini agli anziani, dalle metropoli alle frazioni di provincia: non serve applicare drastici cambiamenti alla propria quotidianità, ma è bene guardarsi attorno e cercare di praticare piccoli gesti che possono sembrare insignificanti ma a lungo termine possono contribuire su larga scala. Evitare sprechi di cibo e acqua, scegliere la bicicletta per brevi spostamenti, fare la raccolta differenziata, evitare l’utilizzo prolungato di riscaldamento o climatizzazione sono tutte accortezze semplici ma effettive per una vita più ecosostenibile, così come partecipare alle iniziative promosse spesso dai comuni dislocati sul territorio che prevedono la pulizia di spazi pubblici e la semina di piante per promuovere la biodiversità può sensibilizzare un bacino d’utenza sempre più ampio ad un utilizzo consapevole delle risorse e la salvaguardia dell’ambiente.
Le premesse per il cambiamento ci sono, sta a noi cogliere le sollecitazioni e prendervi parte attivamente, perché non è mai tardi per mettersi in gioco nel segno di un futuro ricco di opportunità per tutti.”