Fino al 6 gennaio 2020 il Palazzo Te di Mantova torna a celebrare, a distanza di trent’anni dalla grande monografica del 1989, il genio di Giulio Romano con la mostra Giulio Romano: Arte e Desiderio.
L’esposizione, allestita nell’Ala Napoleonica del palazzo e articolata in sei differenti sezioni, indaga la relazione tra immagini erotiche del mondo classico e invenzioni figurative prodotte nella prima metà del Cinquecento in Italia, concentrandosi sulla produzione di Giulio Romano.
I preziosi oggetti esposti – provenienti da venti istituzioni italiane e straniere, tra cui il Metropolitan Museum of Art di New York, l’Ermitage di San Pietroburgo, il Musée du Louvre di Parigi, il British Museum di Londra, il Rijksmuseum di Amsterdam, la Galleria Borghese di Roma, e la Galleria degli Uffizi e il Museo del Bargello di Firenze – sottolineano il carattere giocoso, inventivo e a tratti sovversivo di queste invenzioni artistiche e dimostrano la flessibilità del soggetto erotico, utilizzato in opere che spaziano dai disegni ai dipinti, dalle sculture alle incisioni, dalle maioliche agli arazzi.
Il tema del percorso espositivo, che offre al pubblico la possibilità di indagare un aspetto relativamente poco noto dell’arte del Rinascimento, è infatti strettamente connesso al luogo che la ospita. Soggetti erotici e storie amorose sono infatti ricorrenti nelle sale di Palazzo Te, capolavoro indiscusso della carriera artistica di Giulio Romano: si vedano, per esempio, le vicende di Bacco e Arianna affrescate nella Camera delle Metamorfosi; o la passione di re David per la bella Betzabea che prende forma nella Loggia di Davide; e soprattutto la tormentata storia di Amore e Psiche che si snoda sulle pareti e sul soffitto della sala omonima. Molteplici sono anche i riferimenti all’interno del palazzo alla storia d’amore, in questo caso terrena e contemporanea, tra Federico II Gonzaga e Isabella Boschetti, cominciata nel 1516 e terminata solamente con la morte del duca, nel 1540.
Per i Soci Coop è previsto l’ingresso ridotto. Scopri di più sulla mostra cliccando qui.